31 ottobre - pomeriggio Halloween da lettori e scrittori

Oggi il nostro appuntamento con la scrittura e la lettura cade nel pomeriggio di Halloween e noi ne approfittiamo per calarci nell'atmosfera horror della giornata... ovviamente in modo funzionale al nostro laboratorio.
Vedremo come i grandi scrittori del terrore hanno elaborato gli incipit dei loro romanzi più famosi, come sono riusciti a  creare le scene di suspense che hanno incollato alle pagine milioni di lettori e come sono stati abili a presentarci descrizioni multisensoriali capaci di far immedesimare alla perfezione il lettore nella scena.
Tutti trucchi che ruberemo per scrivere le nostre storie... ma shhhhhhh!! Non ditelo troppo in giro.
Cominciamo con il classico dei classici, la storia horror più horror di tutti i tempi, il romanzo che ciascuno di noi vorrebbe leggere ma che, per ragioni svariate, non lo riesce a fare.
L'autore è Stephen King, proprio quello che nelle scorse lezioni ci ha dato i suoi preziosi consigli di scrittura e che, sotto, viene rappresentato in una scena in cui terrorizza i  compagni di classe con le storie inventate dalla sua fantasia.
Qui un disegno del suo celebre personaggio It, protagonista dell'omonimo romanzo, realizzato da un ex alunno della nostra scuola ed esposto di recente in una mostra allestita alla Fortezza del Grifalco di Cortona.

Leggiamo l'incipit di questo romanzo e cerchiamo di cogliere i mille particolari che Stephen King ha usato per rendere la sua storia così avvincente: vedremo come lo scrittore prepara la scena della barchetta, come anticipa il terrore che si sta per diffondere nella cittadina, come presenta per la prima volta il terribile clown coinvolgendo tutti i sensi possibili... insomma, prepariamoci ad un pomeriggio veramente d'atmosfera. E che atmosfera!! Da brivido!!!!!
Concediamoci qualche dolcetto a tema e immergiamoci nella lettura di stralci del primo capitolo del romanzo - dal titolo Dopo l'alluvione (1957) -, stando attenti a cogliere tutte le strategie sapientemente utilizzate dal grande King per creare suspense e tenere il lettore incollato alle sue pagine (e di pagine IT ne ha davvero tante: più di 1200!!).

Il primo periodo contiene subito un'anticipazione importantissima: "Il terrore che sarebbe durato per 28 anni, ma forse di più, ebbe inzio, per quel che mi è dato sapere e narrare, con una barchetta di carta di giornale che scendeva lungo il marciapiede in un rivolo gonfio di pioggia".
King ci dice immediatamente che questa scia di terrore sarà lunghissima e che prende avvio con un oggetto innocuo: una barchetta fatta con carta di giornale.

La barchetta si rivelerà essere un oggetto cruciale nella storia: finirà nelle mani di It, sarà indirettamente la causa della tragedia che colpirà George e la sua famiglia, affronterà in solitaria la furia della tempesta come se fosse una creatura animata piena di coraggio e alla fine del capitolo riuscirà a sopravvivere e continuare il suo percorso, a differenza del povero bambino che non riuscirà a sopravvivere alla furia di It.
"La barchetta beccheggiò, s'inclinò, si raddrizzò" ed ecco la strategia del "magico tre", tre parole (verbi o aggettivi) che aumentano il ritmo della narrazione e mettono in risalto un determinato soggetto (notare anche l'efficacia di "beccheggiò" per suscitare sensazioni uditive, oltre che visive).
"La barchetta affrontò con coraggio i gorghi infidi e proseguì per la sua rotta giù per Wicham Street", quasi fosse una persona che nulla teme.
E, a fine capitolo, unica superstite di una scena orribile e riuscita a sfuggire perfino alle grinfie del mostro: "La barchetta beccheggiò e rollò e qualche volta imbarcò acqua, ma non affondò: i due fratelli l'avevano impermeabilizzata a dovere. Io non so se mai si sia fermata e dove; forse raggiunse il mare e lì è rimasta a navigare per l'eternità, come la magica barca di una favola. Tutto quello che so io è che galleggiava ancora cavalcando la cresta dell'inondazione quando varcò i confini municipali di Derry, nel Maine, uscendo per sempre da questa storia".

Il povero Georgie, inzialmente allegro sotto la pioggia in compagnia della sua barchetta, teme di averla persa per sempre quando la vede finire dentro uno scarico, così si inginocchia per sbirciare il punto in cui si è infilata ed ha in questo modo la sfortuna di conoscere una creatura terribile che a fine capitolo lo ucciderà. 
Notare come la situazione tranquilla iniziale diventi mano a mano terrificante, anche se lo scrittore anticipa più di una volta che il bambino non sopravviverà (tecniche letterarie da copiare, mi raccomando...)
Qui la scena dell'incontro tra Georgie e Pennywise presentata, a mò di gioco, in un video della Lego
 

Il clown viene presentato in maniera magistrale: 
- con il coinvolgimento della vista, ricorrendo ad una serie di colori, quali gli occhi gialli che poi assumono una rassicurante colorazione azzurra, faccia bianca, ciuffi di capelli rossi, costume largo con grandi bottoni arancioni, vivace cravatta blu, guantoni bianchi, sorriso da pagliaccio dipinto sulla bocca e in mano un mazzo di palloncini colorati "come succulenti frutti maturi" (wow, che metafora gustosa! ecco un'altra esperienza sensoriale coinvolta: il gusto!) - quale vista più rassicurante per un bambino? Un pagliaccio del circo!;


 - con il coinvolgimento dell'udito, infatti il clown parla con una voce convincente e simpatica e fa battute sulla loro conoscenza immediata e sulle meraviglie che si possono trovare nel circo;
- con il coinvolgimento dell'olfatto, dal momento che Pennywise fa in modo che Georgie possa sentire l'odore delle noccioline arrostite, delle ciambelle fritte, dello zucchero filato, della segatura... anche se lo scrittore mette in guardia il lettore del pericolo imminente dicendo che sotto sotto si avvertiva un "olezzo di alluvione e di foglie in decomposizione"... brrrrr!!
Mi raccomando di nuovo: anche queste splendide descrizioni multisensoriali dovranno essere prese come modelli per i vostri prossimi scritti: farete un figurone e soprattutto affinerete le vostre strategie di scrittori!

La lettura si interrompe nel momento in cui Stephen King ci annuncia che il volto del pagliaccio viene completamente trasformato una volta che Georgie allungherà la mano verso lo scolo ed i ragazzi, attentissimi nel corso di tutta la lettura, si accingono ad appuntare sui loro taccuini le strategie di scrittura che sono stati in grado di cogliere e le impressioni/sensazioni che l'ascolto ha loro lasciato, confrontandole anche con le scene del film che alcuni di loro hanno già visto perfino in doppia edizione (quella recente dello scorso anno, ma anche quella più datata trasmessa negli anni '80). Segue, come sempre, momento della condivisione.
Il nostro laboratorio per oggi finisce qua, ma tutto quello di cui abbiamo parlato verrà messo in pratica dai nostri scritti, e allora sì che ci sarà da divertirsi!
Rimanete a seguirci e... a mercoledì prossimo!

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