Ho un'idea in testa


Grazie ai suggerimenti degli scrittori abbiamo prodotto alcune idee sul nostro taccuino. 
Ma come si passa dalle idee alla costruzione di una storia?



Lo scrittore Giulio Mozzi  ci fa capire che non basta avere un’idea per scrivere,   abbiamo invece  bisogno di dare una STRUTTURA.
Ascoltiamo alcuni sceneggiatori della Pixar per capire cosa si intende per STRUTTURA:




La struttura interna di un racconto è organizzata nelle 3 fasi classiche di ogni testo narrativo:
1) introduzione, cioè la parte iniziale in cui vengono presentati i personaggi, l’ambiente in cui si svolge la vicenda e il punto di svolta iniziale che dà avvio alla storia (A mushroom walks into a diskotheque);
2) sviluppo, cioè la parte centrale in cui si svolge l’azione; il protagonista affronta difficoltà o supera problemi e contrasti con gli altri personaggi (he asks some women to dance, but nobody wants to dance with him);
3) conclusione, cioè la parte finale in cui si chiude la storia; il protagonista risolve i problemi, raggiunge il suo scopo, oppure fallisce, a seconda che si voglia dare al racconto un lieto fine oppure no (At the end he asks: Why does nobody want to dance with me? I mean: I'm a fungi!).
Sembrerà ovvio, ma non è proprio così...
Innanzi tutto pensiamo alle proporzioni delle varie parti. Infatti l’incipit per quanto occupi solo le prime righe del testo risulta essere addirittura la parte più importante perché funge da CALAMITA per il lettore, deve creare l’atmosfera, magari  introdurre il protagonista o l’ambientazione del testo.
La parte finale è altrettanto importante in quanto deve raccogliere l’eredità di tutto il racconto, l’atmosfera e tutti gli spunti offerti durante lo svolgimento e portarli alla logica conclusione. 
La parte centrale deve portare a sviluppo le premesse dell’incipit e condurre il lettore ad una conclusione sviluppando una sequenza di passaggi che seguono tappe ben precise...
Insomma la struttura segue pressoché questo schema: 



I seguenti video ci possono aiutare a capire:








Insomma, la struttura ci aiuta a "dare un ritmo alla storia", a portare il lettore "sulle montagne russe" verso il "momento culminante" per poi scendere verso la conclusione. Infatti,  se è vero che tutti amano le storie, è altrettanto vero  che, al giorno d’oggi, la soglia di attenzione è sempre più limitata e le persone si stancano presto.  
Quindi, quando raccontiamo, dobbiamo sforzarci di  rendere il più possibile coinvolgente la  nostra storia.
Una struttura  particolarmente efficace  è quella elaborata  da Chip e Dan Heath nel libro “Made to stick”   basata su i 6 punti  riassunti dall’acronimo SUCCES, e cioè:
  1. Simple (semplice): il lettore ha bisogno di chiarezza e semplicità. 
  2. Unexpected (inaspettata): cattura l’attenzione sorprendendo l’ascoltatore.
  3. Concrete (concreta): assicurati che un’idea possa essere compresa e familiare. 
  4. Credible (credibile):  l’idea deve essere verosimile e condurre il lettore ad immedesimarsi con i personaggi.
  5. Emotional (emozionante) la storia deve toccare e suscitare emozioni in chi legge.
  6. Stories  (Storie che incoraggiano l’utilizzo di un’idea attraverso la narrazione).

Proviamo ora  a guardare questo cortometraggio con gli occhi dello scrittore:
-riuscite ad individuare le fasi della storia?




Ora al lavoro:
ripartiamo dal nostro taccuino ed focalizziamoci su una delle idee appuntate negli incontri passati. 
Ognuno ha fissato la sua idea su un post-it, poi le abbiamo condivise: 



Ora proviamo a sviluppare la nostra idea in una storia, ma ...fermi non cominciamo a scrivere!!!
Prima, come degli chef,  sistemiamo sul tavolo gli ingredienti:



  • sviluppiamo l'idea in tre atti 
  • riflettiamo sulle varie fasi di ognuno
  • pensiamo ad un'ambientazione e al tempo 
  • immaginiamo il nostro protagonista...

Utilizziamo un organizzatore grafico come questo per ideare il PLOT:
Ecco gli scrittori al lavoro:











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