...e vissero tutti felici e contenti!



Ora che abbiamo già concluso alcuni racconti, nella fase di revisione si pone un nuovo problema: come possiamo terminare un testo in modo efficace?
L’explicit, lo abbiamo notato,  è forse una delle parti più difficoltose da realizzare.
Di fatto non esiste “il finale”: sta a noi decidere dove far terminare la storia,
 dove interrompere le vicende narrate, ma ricorda: l’importante è trovare 
un elemento che dia soddisfazione al lettore, un'idea che possa sostare 
nella sua mente e la stimoli a riflessioni future, anche se ciò non significa( 
necessariamente che l’autore gli abbia detto proprio tutto su 
“come vada a finire la storia”, anzi un po’ di suspense lascia 
la voglia di saperne di più e fa in modo che il racconto continui a 
vivere nei pensieri del lettore anche dopo l'ultimo punto dell'ultima pagina....
Il finale è l’ultima cosa che il tuo pubblico leggerà. Questo significa che 
hai una grande responsabilità, ma anche una grande opportunità: puoi 
usare il finale per comunicare qualcosa di davvero importante, 
con la consapevolezzache i lettori presteranno attenzione ad ogni tua parola.
Un buon EXPLICIT deve tirare le fila di tutto (o quasi) 
quello che è stato scritto in precedenza.

Esistono tanti tipi di explicit, ne avevamo visti alcuni 

 nel diamante della scrittura

 l’importante è chiudere con il botto!

Cosa pensate di questa conclusione?
Ha raccontato tutto?
Lascia al lettore alcune domande aperte?
Avreste concluso in modo diverso?
Esistono tanti tipi di explicit, questo si chiama: 
FINALE IN TENSIONE, APERTO (le questioni non si risolvono anzi, 
il lettore è spinto a ragionare su cosa potrebbe accadere in seguito)
FINALE CIRCOLARE: si conclude con un richiamo a come tutto era
 iniziato. 
Poi i libri udirono dei passi. Lì davanti a loro, sulla soglia, c'era una 
bambina che si guardava intorno stupita. E poi accadde una cosa incredibile. 
Il libro di Morris Lessmore volò fino a lei e aprì le sue pagine. 
La bambina cominciò a leggere”
E la nostra storia finisce come ha avuto inizio. Con un libro che si apre.
FINALE A SORPRESA: con qualcosa di inaspettato, la conclusione ribalta la 
situazione.
FINALE CON PENSIERO ED EMOZIONI:  “Allora ho avuto voglia di stringerla
 forte e di raccontarle tutto quello che avevo visto, sentito, assaggiato. 
Invece siamo rimasti a guardarci. A guardarci e ad annusare il profumo
della nostra cioccolata calda. Nient'altro. In quel magico, incredibile 
giorno di niente.” B. Alemagna, Un grande giorno di niente.

SE SI TRATTA DI UN RACCONTO AUTOBIOGRAFICO:
TERMINA CON UN CONSIGLIO, CON QUALCOSA CHE VUOI
 CHE I TUOI LETTORI RICORDINO: “spesso impariamo più dai nostri 
nemici che dai nostri amici. Io da quella ragazza ho imparato a mettermi 
nei panni degli altri, a interrogarmi sugli effetti di ogni mia azione.
Per questo la ringrazio, anche se non posso ancora perdonarla per quello che
 mi ha fatto.”
Un finale di questo tipo funziona perché dà al lettore qualcosa
 di specifico su cui riflettere.
TERMINA PENSANDO AL FUTURO:Ecco perché credo che non smetterò
 mai di suonare la chitarra e anzi cercherò di migliorarmi sempre. 
Aver trovato una cosa che mi appassiona così tanto è una fortuna, 
so che crescendo cambierò molto del mio modo di pensare, 
ma la musica mi accompagnerà in ogni cambiamento, di questo sono sicuro.”
TERMINA CON QUALCOSA CHE HAI IMPARATO: Farò sicuramente tesoro 
di questa esperienza, e la racconterò alle persone che mi stanno a cuore, 
per aiutarle a non fare il mio stesso errore.
TERMINA CON UNA RIFLESSIONE, UNA SPERANZA, UN SOGNO:
Se a questo punto mi chiedeste qual è il mio più grande desiderio, 
vi risponderei che spero di poter continuare a giocare a calcio e di riuscire
a fare ancora molte parate come quella, negli anni a venire. 
Perché è lì che mi sento davvero utile e bravo a fare qualcosa: 
tra quei pali, davanti a quella rete, nella strana attesa di una
palla tanto desiderata quanto temuta.

Ora riprendiamo i nostri racconti e cerchiamo di rivedere le conclusioni, magari proviamone più tipologie e scegliamo quella che ci sembra più stimolante. 
Buon lavoro!

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